Don Lamera: una “comunicazione” ed una “avvertenza” La comunicazione. Nel nostro sito ho voluto raccogliere i vari servizi sinora pubblicati su di lui raccogliendoli in una voce di menu principale, così da semplificarne la visione. L’avvertenza. È di questi giorni una telefonata giuntami per avere il recente “cartoncino su don Lamera”. Lì per lì non ho ben compreso, poi mi sono reso conto che si trattava di un quartino, di cui da poco sono venuto a conoscenza, nel quale viene rappresentato “don Lamera” unitamente a “Gesù Maestro” alla “Regina degli apostoli” a “San Paolo” ed in cui, per tutti e tre, è scritta l’invocazione “prega per noi”. Mi sono subito premurato nel dire all’interessato della telefonata che non è opera del santuario e che, anzi, da essa il santuario si dissocia, per il semplice fatto che non si può dire “don Lamera, prega per noi”, in quanto non è venerabile. Lo avevo già detto in santuario nella Messa del 18 dicembre 2018, cosa successivamente confermata da organi superiori. Ed ecco il testo di quell’intervento. Introduzione alla celebrazione eucaristica del 18 dicembre 2018 (Santuario San Giuseppe in Spicello) Questa sera ci ritroviamo a celebrare l’Eucaristia per ricordare l’ordinazione sacerdotale di don Stefano Lamera, avvenuta il 18 dicembre 1937. Il desiderio di molti è quello di vederlo onorato sugli altari. Nulla da dire, è augurabile, se lo merita. Però, attenzione ad un rischio! Volendo muoverci in tale senso, potremmo compiere dei passi sbagliati, come purtroppo in qualche caso è già avvenuto - ad esempio nella raccolta di firme promossa a suo tempo - passi che al contrario possono ostacolare la meta prefissata. Cosa intendo dire con questo? Si tratta di non idolatrare nessuno, per quanto “santo” possa essere secondo le nostre opinioni; questo assolutamente mai durante la vita terrena e, dopo la morte, solo nel dovuto equilibrio. Una delle cose che in vita faceva soffrire don Lamera, era quando la gente gli mostrava un affetto male impostato ed esagerato, una stima che rasentava il fanatismo. Questo fatto, ovviamente, non capitava solo a lui. Si racconta, ad esempio, che anche nella vita di Padre Pio avveniva questo. È testimoniato da un suo confratello che si era nascosto di notte per carpire i segreti della sua preghiera. Così ci racconta: “Padre Pio, credendo di essere solo, piangeva e rivolto verso il quadro della Madonna, diceva: «Madonna mia, aiutami tu. Io sono assalito da troppe persone devote, da troppe adulazioni. Io non ce la faccio più. Aiutami, Madonna mia»”. Ecco pertanto il motivo per cui Padre Pio a volte era costretto ad adoperare modi spicci ed anche bruschi. Tuttora, potrebbe capitare qualcosa di analogo anche a noi, nel nostro rapporto verso don Lamera. Cito solo due possibilità. La prima. Certamente possiamo pregarlo e chiedere la sua intercessione, come potremmo farlo con ogni altra persona defunta. Questo, però, solo a livello personale o, al massimo, tollerato in un gruppetto privato. Non possiamo farlo nella liturgia, nella preghiera pubblica e neppure scriverlo nelle immagini a sua memoria, sino a che la persona non è dichiarata venerabile. Noi come santuario siamo su questa linea? Presso l’immagine di don Lamera, recentemente posta all’ingresso della cappella che è stata fortemente voluta da lui, non c’è una preghiera rivolta direttamente a lui, ma solo quella rivolta al Signore perché possa glorificarlo. La seconda cosa. A nessuno è impedito di riprodurre delle immaginette o dei pieghevoli su di lui però sempre nel rispetto di quanto detto sin qui e quindi senza scrivere il “prega per noi”, come recentemente mi è capitato di vedere in un quartino; tanto più che in esso sembra di avere l’impressione che egli sia equiparato a Gesù Maestro, alla Regina degli apostoli, a san Paolo. Noi vogliamo camminare con la Chiesa ed osservare fedelmente le sue regole. |